Il Soccorso Alpino Speleologico Sardegna si è dotato di una squadra altamente specializzata per il soccorso in forra. Questa esigenza è nata nel momento in cui le attività di canyoning sono diventate molto più frequenti e praticate da un numero sempre crescente di persone.
Il contesto nel quale si è chiamati ad operare, infatti, non è solamente un territorio montano e impervio ma è anche caratterizzato dalla presenza dell’acqua: torrenti, cascate, bacini, superfici scivolose e possibilità di piene richiedono appunto specifiche modalità di soccorso in caso di incidente e lo rendono estremamente complesso.
Il recupero di un infortunato in forra richiede, oltre una determinata formazione tecnica, anche un profondo affiatamento tra i componenti della squadra: la presenza dell’acqua e il forte rumore generato dallo scorrimento rende ancor più difficili le comunicazioni verbali tra i tecnici, per le quali si rivela fondamentale una forte intesa tra loro.
Le tecniche di recupero messe in campo per il soccorso in forra obbligano a indossare un’apposita muta per evitare l’ipotermia e il trasporto delle attrezzature in contenitori stagni, nonché l’utilizzo di una specifica barella che, tra le caratteristiche più importanti, ha appunto la galleggiabilità e la protezione stagna, che permette di trasportare il ferito all’asciutto, consentendo la respirazione.
La formazione dei tecnici viene svolta dalla Scuola Nazionale Tecnici Soccorso in Forra (SNaFor) che è l’organo tecnico del CNSAS che si occupa della formazione a tutti i livelli in questo settore specifico, con un piano didattico per la formazione e la qualificazione delle figure operative (Operatore in Forra, Operatore di Soccorso in Forra, Tecnico di Soccorso in Forra) e delle figure didattiche (Istruttore Nazionale , Istruttore Regionale).